BARTUL "Allegoria della vita" olio su tela (1907-1976)
10 novembre 2005, discorso di inaugurazione del nuovo impianto di cremazione della SOCREM:
VALORI ETICI E CULTURALI ALLA BASE DELLA SCELTA CREMAZIONISTA
La cremazione è una civilissima e antichissima pratica, in uso presso popoli di varie culture.
Presso tutte le civiltà e in tutti i tempi ha sempre avuto il fine di onorare il defunto, di rispettarne la dignità e di dare conforto ai parenti.
La cura è il culto dei defunti hanno costituito, fin dagli albori dell’umanità, uno dei più evidenti segni del processo di coscientizzazione e di civilizzazione del genere umano.
Noi cremazionisti italiani ci siamo posti il compito di diffondere questa pratica anche perché risparmia al corpo il processo degenerativo, biologico, lento, crudele ed inesorabile della decomposizione ed evita ai parenti l’orrenda immagine di essa.
Fin dall’antichità la cremazione era intesa come simbolo di purificazione, di liberazione dello spirito e di immortalità dell’anima.
Esiste, anche nella cultura occidentale, un simbolismo del fuoco, al quale – forse inconsapevolmente – si fa riferimento quando si sceglie la cremazione.
L’idea che il fuoco sia la via privilegiata per ascendere al mondo degli dei è presente nella cultura occidentale precristiana sin dalle origini.
Negli oracoli caldaici la divinità suprema veniva teorizzata come un fuoco che si trovava nei cieli e riversava il suo soffio sugli esseri umani attraverso canali di fuoco.
Nel Vangelo (Matteo III.11) è riportato che Giovanni Battista dice: “io vi battezzo con l’acqua ma Colui che viene dopo di me vi battezzerà nello Spirito Santo e nel fuoco.”
Nella visione ebraica e protocristiana la natura del fuoco era quella del sacro: Dio si manifesta con segni di fuoco (rovi ardenti, pioggia di fuoco, fiammelle della Pentecoste, ecc…)
La Bibbia racconta che il Profeta Elia è salito al cielo in un carro di fuoco.
Negli atti di Santa Cristina, il fuoco è presentato come una forma di battesimo che consacra e introduce al cielo. E’ l’epifania del sacro per eccellenza.
S. Agostino dice “ardescimus ed imus”, cioè ci incendiamo e saliamo verso il cielo.
Per San Francesco il fuoco è creatura fra le creature.
Nel cristianesimo non ci sono argomenti di fede che contrastano con la cremazione.
I primi cristiani venivano inumati o cremati, secondo le usanze delle diverse comunità.
Nel Tempio Crematorio di Torino si trova un’urna cineraria cristiana dell’epoca romana.
La Chiesa non fu mai contraria alla cremazione per motivi di fede, poiché nulla ha predicato il Cristo circa la destinazione del corpo.
Il corpo di Cristo fu posto in un sepolcro scavato nella roccia, unto con oli e balsami che dovevano impedirne o rallentare il disfacimento (Matteo 27, 59-60 - Marco 15,46 - Luca 24,1-3 – Giovanni 19,40-42:20,1)
Onoranza non comune, riservata ai ricchi e che non poteva certo essere assunta a regola, perché non applicabile a tutti, specie ai più umili che costituivano il gruppo originario del cristianesimo.
La cremazione è dunque:
- glorificazione nel fuoco della nostra corporeità e la sua sublimazione;
- simboliggia una forma di ritorno, alla natura madre, dell’elemento corporeo.
- rappresenta un processo naturale per purificare e glorificare nel fuoco le spoglie dello scomparso con tutto lo splendore e il rispetto per la sua dignità;
La cremazione è l’unica pratica funeraria nella quale è prevista – per legge- la possibilità di un commiato, anche se questa Cerimonia non è ancora praticata in tutti i Crematori.
La cremazione per assumere tutta la sua valenza etica deve essere accompagnata da un rito; in buona parte dei paesi d’Europa, il “rito del commiato” è una realtà ormai consolidata ed è rappresentativa dell'identità del defunto ma anche un istante di raccoglimento e di riflessione strappato al tempo trafelato di questa nostra società contemporanea.
I crematori devono diventare ovunque luoghi della serenità ritrovata
LUCIANO SCAGLIARINI